Nicola Pavarelli

La fisica e la pallavolo, con queste due passioni è partito nel 2008 per l’Irlanda e con entrambe vive da tre anni a Cork. Nicola Pavarelli, 29 anni di Savignano, ha frequentato il liceo scientifico a Vignola, poi la facoltà di Fisica dove si è laureato in fisica nell’aprile del 2008 e, come lui stesso racconta, ha giocato a pallavolo “un’intera vita, per lo più alla Muratori Vignola in più negli ultimi anni avevo iniziato anche ad allenare nelle giovanili all’ARCI Savignano”.

All’estero sta compiendo il terzo anno di dottorato di ricerca nel Photonic Device Dynamics Group al Tyndall National Institute.

“In generale – spiega – mi occupo di caratterizzazione ottica di materiali di nuova generazione per lo sviluppo e la realizzazione di varie applicazioni in telecomunicazioni, sensoristica e fotovoltaico.

Non ho perso la passione per la pallavolo, gioco nel campionato nazionale irlandese, il livello è estremamente più basso che in Italia, ed è il secondo anno che alleno una delle due squadre universitarie di Cork. Quando mi sono trasferito ho sempre preferito frequentare ambienti internazionali, in modo da evitare di passare troppo tempo con italiani e non praticare l’inglese (il livello del mio inglese non era altissimo e volevo migliorare), quindi la maggior parte degli amici che ho sono irlandesi, oltre alla mia coinquilina tedesca (dividiamo lo stesso appartamento da più di due anni) e compagni di squadra da tutta Europa”.

A Cork sta bene, “è una città piccola e giovane – racconta – è tutto a portata di mano e gli spostamenti sono facili e veloci. Meglio così perchè con la guida a destra meno uso l’auto meglio è”.All’inizio è stato un po’ difficile: il problema della lingua, le faccende domestiche: la prima volta che ha “fatto una lavatrice”, ad esempio, ha messo “doppio ammorbidente”. Ora invece, senza la barriera della lingua, “in Irlanda si sta bene: Anche qui ci sono problemi, c’è la crisi, ma i tagli alla ricerca non li hanno fatti. Non è un problema tornare in Italia, ma non ti danno la possibilità di vivere come si deve”.

In Italia, ci tornerà, un giorno, forse, sicuramente non immediatamente dopo il dottorato.

“Se le cose rimangono come sono adesso… salute, opportunità, ecc., mi piacerebbe tentare un’avventura negli Stati Uniti, ma è tutto molto campato in aria. Per quanto riguarda il tornare in Italia, non so, non si può mai sapere, ma diciamo con un po’ di polemica che rientro il giorno in cui la ricerca (mi riferisco a salario, considerazione, importanza, interesse, condizioni dei ricercatori, ecc) sarà simile agli altri paesi all’estero”.

26 novembre 2011

˜Giant's Causeway (Irlanda del Nord) 2010-2