È germanista, ma parla fluentemente il mandarino; è giornalista ma svolge l’attività di international brand manager; è di Finale, ma ora vive a Macau a pochi chilometri da Hong Kong. Claudio Grillenzoni, 38 anni, vive all’estero da diversi anni e la sua prima esperienza risale a diversi anni fa quando partì per la Germania. Ha poi lavorato a Milano per la Mondadori ed ora gestisce in Cina i brand stranieri per una società cinese che fa servizi nella grande distribuzione. «Mi piacerebbe però entrare in una società strutturata occidentale – dice – nel settore del life style per una società italiana di enogastronomia o moda» che in Cina va molto.
Claudio Grillenzoni è di Finale, dove è nato e dove ha frequentato il Liceo Morando. Ha poi studiato lingue all’Università di Bologna dove si è laureato in lingua tedesca, ma conosce bene anche l’inglese e lo spagnolo. Poi è partito per la Germania. «C’era in quei tempi ancora il servizio militare – racconta – e l’opportunità, se si lavorava all’estero fino al termine del 27esimo anno, di essere dispensati dalla leva. Laureatomi in lingua tedesca ero in Germania, dove lavoravo presso la Del Monte». Allo scoccare del 28esimo anno però, una settimana dopo il 4 aprile, data del suo compleanno, Claudio Grillenzoni ha lasciato la Germania per Milano dove ha iniziato una brillante carriera da giornalista, da praticante a caporedattore in testate Rizzoli e Mondadori iniziando con Dove, settimanale di turismo, passando poi ad Oggi, Novella 2000, fino a Grazia nel Mondo, dove era consulente del controllo qualità.
È così che Claudio Grillenzoni ha preso nuovamente la strada dell’estero, viaggiando dal 2007 al 2008, da una redazione all’altra. «India, Cina, Arabia Saudita, Bucarest, Dubai, Belgrado, Mosca, fino a Pechino – spiega – dove si pensava di aprire una redazione. Nel 2008 infatti, decidono di fare il lancio di Grazia in Cina e mi mandano a Shanghai, dopo i tre mesi di Pechino». Un’altra avventura stava però per terminare e allora, finita la start up di Grazia, Claudio Grillenzoni ormai si era innamorato della Cina e voleva rimanere in quel grande Paese dove tutto era in espansione, dove le opportunità erano tante e dove tutto era in movimento. «Volevo rimanere in Cina – dice – mi ero trovato molto bene e tutto era in divenire. Devo ammettere che il momento era dei più dinamici: si era appena concluso il periodo delle Olimpiadi ed io in quel momento ero a Pechino. In seguito quando mi ero trasferito a Shanghai si stava svolgendo l’Expo. Così ho preso al volo questa opportunità e sono rimasto». Nell’ambito dell’Expo ha lavorato come consulente per enti pubblici. «Avevo comunque già in parte virato rispetto alla mia attività di giornalista – aggiunge – quindi finita anche l’esperienza Mondadori nel mondo, nella seconda meta del 2009 mi sono iscritto alla Tongji University per studiare il mandarino e ho cominciato ad importare prodotti enogastronomici italiani in Cina». È così che il mandarino è diventata la sua sesta lingua. «Sono riuscito, come si dice: senza alcun santo in paradiso – continua – a lavorare per l’Expo in quattro progetti, per il Ministero, per il Comune di Milano, per la Regione Lombardia e per la Regione Puglia. Sapevo che però tutto questo sarebbe finito al 31 ottobre».
Il primo novembre, puntuale come un orologio, arriva un’altra opportunità. «Un conoscente – racconta – mi dice che stava avviando una start up e poteva esserci bisogno di me. Così sono diventato un occidentale, l’unico, che lavora in un’azienda cinese, un’agenzia di servizi per la grande distribuzione». Da Shanghai Claudio Grillenzoni si è quindi trasferito a Macau nel sud della Cina, a pochi chilometri da Hong Kong. «Qui ci sono centri commerciali giganteschi, magari 12 torri alte 150 metri – spiega – il costruttore gestisce il leasing degli appartamenti e affidano ad agenzie specializzate il leasing degli spazi commerciali. Ci sono anche centri da 15-20mila persone, con da due milioni di metri quadrati di superficie destinata al commercio». C’è quindi molto da lavorare, ma tra la gestione di un brand e l’altro da inserire nella grande distribuzione, Claudio Grillenzoni riesce a conservare qualche spazio per il diventimento e il tempo libero. «Sto conducendo uno stile di vita abbastanza cinese dove si lavora soprattutto – poi nei week end trovo il tempo per qualche viaggio e la barca a vela». «La Cina mi piace – dice – anche se è un Paese difficile da viverci e trovare un proprio spazio. Per l’80% dei cinesi sono ancora contadini, l’altro 20% ha gli occhi di tutto il mondo puntati addosso. È comunque un Paese che sta crescendo e la quotidianità e iperstimolante».
In questo contesto Claudio Grillenzoni ha comunque ancora un sogno nel cassetto: «entrare in una società società strutturata occidentale. Magari lavorare nel settore del life style per un’azienda italiana, nell’ambito dell’enogastronomia e della moda. Chi fosse interessato può scrivermi una mail: Claudio.grillenzoni gmail.com». Pur avendo una grande passione per la Cina, mantiene saldo l’attaccamento alla sua terra padana. «A parte la famiglia, le tradizioni, il cibo, credo che noi modenesi non sentiamo la mancanza della nostra Modena, perchè la modenesità noi ce la portiamo dentro».