Roberto Venturelli

Tra i tristi fatti cileni dei desaparecidos del regime Pinochet emerge anche la storia di un desaparecidos modenese Omar Roberto Venturelli Leonelli, discendente di una famiglia emigrata da Verica, frazione di Pavullo, agli inizi del secolo.
Questi i fatti. L’11 settembre 1973 Omar Venturelli fu iscritto nella lista dei ricercati. Insegnava pedagogia all’Università Cattolica di Santiago ed era iscritto al gruppo dei Cristiano Sociali. Si presentà in caserma volontariamente il 14 settembre per sapere di quali accuse doveva rispondere; il 4 ottobre venne rinchiuso nel carcere di Temuco per attività sovversiva, poi, dopo questa data, si persero definitivamente le tracce. Aveva 31 anni, una moglie, Fresia, e una figlia Maria Paz di soli due anni.
La stessa moglie ha chiesto ripetutamente notizie di Omar Roberto Venturelli, ha chiesto di avere almeno notizie certe sulla sua morte e per avere una tomba sul quale ricordarlo. Si è rivolta alle autorità cilene e a quelle italiane, senza alcun risultato.
Anche il consiglio regionale dell’Emilia Romagna e varie amministrazioni comunali e provinciali hanno chiesto una spiegazione sulla scomparsa. A seguito degli interventi dell’Italia la commissione cilena “Verità e riconciliazione” che ha indagato sui desaparecidos ha affermato che «il 4 ottobre 1973 dentro al carcere di Temuco si perdono tutte le notizie sulla ricerca di Omar Roberto Venturelli Leonelli».
«Questo è l’incubo dei familiari dei desaparecidos – ha detto la figlia Maria Paz in un’intervista ad un quotidiano italiano – ti tolgono la persona cara, non sai che fine ha fatto e non hai una tomba su cui piangere. Una forma di repressione che dura tutta la vita».
(18 gennaio 2001)