Originario di Pievepelago, ma vive da 30 anni a Vancouver. Roano Azzi lavora come membro civile della polizia canadese, in qualità di esperto in armi da fuoco. Il 10 agosto 2000 con una novantina di familiari ha festeggiato l’arrivo di nonno Azzi in Canada, avvenuto esattamente 50 anni prima. Per la famiglia Azzi, la notte di San Lorenzo è l’occasione per festeggiare l’inizio dell’avventura oltre oceano. Nonno Azzi è infatti arrivato a Vancouver il 10 agosto 1950, partito da Pievepelago. Con lui c’erano la moglie e quattro dei sei figli.
Due erano rimasti sull’Appennino, avevano famiglia e non se l’erano sentita di fare un viaggio così lungo verso l’ignoto. Roano Azzi è figlio di uno di questi due, ma ha seguito ugualmente il nonno, a tempo debito, quando è diventato grande e quando si è accorto che la vita in Canada gli dava maggiori possibilità di sviluppo professionale che non quella in Italia. È andato quindi in Canada da solo, seguendo le orme del nonno, una prima volta negli anni Sessanta.
«Frequentavo il liceo Tassoni di Modena – racconta – appena dato l’esame di maturità mi concessi una vacanza e partii per il Canada, per fare visita ai miei parenti. Mi iscrissi poi all’università canadese e rimasi oltre oceano un anno». Poi Roano Azzi sentì voglia di casa. «Tornai in Italia e – racconta – più per pigrizia che per altro, mi iscrissi alla facoltà di lingue a Bologna. Il soggiorno a Vancouver mi aveva permesso di conoscere bene l’inglese e quindi frequentai l’università senza problemi e mi laureai nel 1969».
Fu all’Università che Roano conobbe Mariangela, anche lei studentessa, di padre italiano e di madre eritrea. Mariangela divenne in seguito sua moglie, purtroppo scomparsa qualche anno fa a seguito di una grave malattia. «Una volta laureato tornai a Vancouver e attraverso un master in letteratura comparata divenni assistente universitario presso il dipartimento di lingue romanze – continua Roano Azzi – così d’inverno rimanevo in Canada a lavorare e nel periodo estivo tornavo in Italia ad aiutare la mia famiglia che gestiva una pensione a Sant’Anna Pelago». Dall’Appennino la famiglia Azzi si spostò sul Tirreno. «Mio padre prese in gestione un albergo a Marina di Massa – continua – e quindi io e Mariangela nella stagione estiva lavoravamo lì. Un’estate, però, mio padre fu colpito da un infarto e non riuscì a sopravvivere. Io e Mariangela ci sposammo nell’ottobre del 1974 e nel 1975 ci trasferimmo definitivamente in Canada come nucleo familiare». Dal matrimonio di Roano e Mariangela sono nati due figli: Anna Maria che ora ha 25 anni è laureata in psicologia e sta compiendo uno stage in Italia e Daniele, 22 anni, appassionato di elettronica e meccanica.
«La scelta del Canada fu dovuta soprattutto al mio carattere: là c’era un ambiente molto diverso da quello italiano. C’erano molte possibilità di lavoro e carriera e questo mi interessava perchè mi dava l’opportunità, in qualsiasi momento di pormi degli obiettivi e di raggiungerli. Anche di cambiare lavoro. Occorreva solo avere la capacità e la caparbietà di inseguire i propri sogni». E Roano Azzi di sogni ne aveva tanti. Così, dopo l’esperienza accademica entrò in una compagnia di assicurazioni. Fu quindi proprietario, direttore, redattore del giornale italiano di Vancouver, l’Eco d’Italia. «C’era una numerosa comunità italiana e il giornale andava bene – dice ancora – intanto iniziai ad interessarmi di armi da fuoco, di cui ero sempre stato un appassionato. Fui anche ristoratore, insieme a mio cugino di un ristorantino nel quale la specialità era la pasta all’italiana». Il ristorante ebbe un successo di proporzioni insperate, anche per gli stessi proprietari. Il cugino rimase a dirigere il ristorante e Roano Azzi, raggiunta l’ennesima meta, si concesse completamente alle armi da fuoco.
(13 gennaio 2001)