Nessuno si ricorderebbe della famiglia Magnani emigrata da Montecreto in America, se non fosse per Giuseppe, primo statunitense a partecipare in Europa ai campionati del mondo di ciclismo. Anche la storia di Giuseppe sarebbe stata dimenticata, se non fosse stato per Giancarlo Cappellini, figlio di un cugino, rimasto attaccato all’Appennino e mai partito per cercare fortuna altrove.
Cappellini racconta come il giovane corridore italo statunitense sia tornato in Italia solo una volta da bambino. Si sa quindi poco della sua infanzia, né tanto meno di come nacque in lui la passione per la bicicletta. Di fatto, però, i risultati agonistici dovettero essere buoni se la federazione del suo Paese, che fino ad allora non aveva mai avuto campioni delle due ruote, decise di presentarsi ai Campionati del mondo mettendo in strada proprio lui, Giuseppe Magnani, figlio di emigrante montecretese. Lo troviamo quindi il 3 agosto 1947 come professionista sul circuito di Reims a contendersi la maglia iridata. Quella gara è ancora ricordata come la gara più calda ed estenuante dell’intera storia dei mondiali di ciclismo e con il maggior numero di ritirati. La corsa fu vinta dall’olandese Theo Middelkamp, ma, sfoderando la stoica caparbietà montanara, Giuseppe Magnani finì la corsa al settimo posto, a soli dieci minuti dal campione. Dopo questa splendida prova Magnani si iscrisse al Giro della Svizzera, al Tour de France e, dopo, accanto ai più bei nomi del ciclismo mondiale, al Giro d’Italia, facendosi onore e dimostrando le grandi qualità che possedeva. Probabilmente meritava di correre molto più in Europa, dove avrebbe sicuramente guadagnato meglio. Al termine del giro della Svizzera preferì invece fare ritorno in America.
Giancarlo Cappellini sottolinea poi come compiano un notevole errore coloro che ritengono sia Greg Lemond il primo statunitense ad ottenere brillanti risultati nelle competizioni ciclistiche. Il primo fu Giuseppe Magnani, figlio di un americano di Montecreto.
(9 gennaio 2001)