Fabrizio Ricchetti

L’avventura all’estero di Fabrizio Ricchetti è cominciata un paio di anni fa per motivi di studio, poi è proseguita per questione di leva militare. Oggi infatti vive a Dublino, ritorna spesso a Londra, dove ha trascorso la sua prima esperienza di studio all’estero e trascorre i week end a Bruxelles, dove vive la sua ragazza, che lavora presso la commissione europea. Ma non dimentica, appena può, di tornare a Modena dove vivono i genitori i parenti egli amici e a gustare, finalmente «il buon cibo modenese». 
La sua avventura all’estero è cominciata il 5 ottobre 1998, quando grazie ad un programma Erasmus, l’università di Modena gli concesse di studiare presso l’Università di Exter, in Gran Bretagna.
Il periodo era di circa sei mesi.
«L’ambiente estremamente internazionale dell’università inglese – racconta Fabrizio Ricchetti – mi permise non solo di migliorare la conoscenza della lingua, ma soprattutto di venire a contato con persone provenienti da diverse parti d’Europa e del mondo».
Terminato il periodo di permanenza all’estero Fabrizio, ancora sotto l’entusiasmo di quell’esperienza, era intenzionato a trovare altre strade che lo portassero oltre frontiera.
«L’opportunità mi fu offerta dalla possibilità di lavorare all’estero per un periodo di tre anni, ottenendo in questo modo l’esonero dal servizio militare. Tra i requisiti che dovevano essere rispettati per l’ottenimento dell’esonero, era fondamentale che l’attività lavorativa dovesse cominciare prima del 24esimo anno di età e dovesse essere a tempo continuato per tutta la durata dei 3 anni. Quando mi si presentò questa opportunità dovevo ancora terminare l’università, ma sembrava un’occasione alla quale non potevo sottrarmi».
La ricerca di un nuovo lavoro all’estero ebbe successo e poco prima del compimento dei 24 anni, Fabrizio Ricchetti lavorava a Londra.
«Ero impegnato come ingegnere informatico in una multinazionale inglese attiva nel campo informatico, Qas Systems – racconta ancora – devo ammettere che all’inizio non fu dei più facili, considerando che non avevo molto tempo a disposizione per organizzare il mio trasferimento. Ma in poco tempo mi ero trasferito nell’area di Clapham, a pochi minuti a sud di Londra. In campo lavorativo come developer e network administrator ero impegnato su diversi fronti realizzando conferenze in diverse parti dell’Inghilterra. Allo stesso tempo ero impegnato a gestire il business dell’azienda con l’Italia, in particolare le Poste italiane».
Durante il primo anno di lavoro all’estero, comunque, Fabrizio Ricchetti riuscì terminare gli esami e a quel punto cominciò un progetto di sei mesi presso il King’s George di Londra, riguardante le tecnologie di telecomunicazione di terza generazione.
«Con un ultimo sacrificio riuscii a laurearmi per la fine del 1999. Il progetto ancora una volta si dimostrò molto interessante offrendomi l’opportunità di avere un insight delle tecnologie di telecomunicazione che entreranno in commercio nei prossimi anni».
«A partire dallo scorso luglio ho cominciato a lavorare per una delle più importanti multinazionali di consulenza, Accenture. Da quel momento la mia vita è ancora cambiata. Dopo un periodo di intenso training che mi ha portato anche a Chicago, sono stato ingaggiato in un progetto a Dublino, dove ora vivo. Il progetto è estremamente innovativo ed è relativo all’introduzione della tecnologia Adsl, grazie alla quale gli abitanti dell’Irlanda avranno l’opportunità di avere un più rapido accesso alla rete e in pochi mesi si ottenere accesso al servizio di Tv a richiesta».
«Ho incontrato in questo progetto un ragazzo inglese, Max, che ha trascorso, sempre grazie ad Erasmus, sei mesi proprio presso l’Università di Modena, studiando presso il dipartimento di ingegneria. E’ strano, pur avendo studiato presso le stesse università non ci eravamo mai incontrati prima».
 
Progetti futuri
Tornare? prima l’Australia
Oggi Fabrizio Ricchetti abita a Dublino, ma gli capita spesso di tornare a Londra per un training o qualche breve periodo di lavoro. I week end li trascorre invece, solitamente, a Bruxelles, dove vive la sua ragazza che lavora per la commissione europea. «Durante questi viaggi però, pianifico sempre una sosta, anche se breve, a Modena per rivedere la famiglia e gli amici – dice Fabrizio Ricchetti – spesso mi viene chiesto quali siano le cose che più mi mancano vivendo e lavorando lontano da casa. Sicuramente la famiglia e le serate con gli amici, insieme a qualche buona cena in un ristorante sull’Appennino sono le cose che più mi mancano quando sono lontano da casa». E c’è anche un’altra domanda alla quale Fabrizio stenta a rispondere: cosa farà terminato questi tre anni di lavoro obbligatori all’estero. «Quando la nostalgia prende il sopravvento mi piacerebbe tornare, poi le opportunità di vivere all’estero sono tante e vorrei rimanere per sempre in giro, in Australia per prima. Un altro periodo all’estero, prima di tornare».
(4 febbraio 2001)