Studia negli Stati Uniti, ma è di Portile. E’ legato all’Italia, ma apprezza l’ospitalità e l’affabilità dei giovani americani e, sull’onda di questa ospitalità anche lui, Alessandro Bigi, fa un invito molto singolare per tutti coloro che vogliono fare una vacanza in America e passare a fargli visita: ospiterà a Minneapolis chiunque vorrà raggiungerlo a patto però che, come affitto, porti parmigiano reggiano e aceto balsamico, ossia quelle specialità tipiche della nostra città che più gli mancano all’estero.
Alessandro Bigi è di Portile e, come afferma lui stesso, «per una serie di coincidenze fortunate e non» si è ritrovato negli Stati Uniti, precisamente a Minneapolis, a studiare.
«Ho compiuto i ventitre anni dall’altra parte dell’oceano – racconta – solo alcuni mesi fa e studio ingegneria ambientale all’Università di Bologna».
«Sono qui da soli sei mesi, un niente rispetto a una vita, ma che da passare lontani da aceto balsamico, pane e Lambrusco sono più lunghi di quanto uno possa immaginare».
Anche Alessandro, come tanti altri ragazzi, è partito da casa per un motivo molto semplice: la necessità di conoscere e sperimentare, di vedere nuovi panorami, di conoscere nuova gente, sfidare la sua personalità e le sue capacità.
«Mi ritengo un cittadino modenese e sono tremendamente affezionato alla mia città e ai miei amici – aggiunge – ma volevo sperimentare un diverso ambiente culturale».
«Per questo sono partito solo, senza alcun studente italiano a fianco e questa è stata una delle mie più grosse fortune».
«La segreta speranza per cui partii era di trovare una spinta a cambiare vita: essere in un ambiente completamente nuovo significava la libertà di agire senza che nessuno si aspettasse nulla da me poichè nessuno mi conosceva e questa è stata un’enorme opportunità per superare molti limiti del mio carattere».
« Nel profondo, comunque, mi sento ancora la stessa persona, con le stesse passioni nell’intimo e le stesse spinte emotive, che sono quelle che ti fanno un po’ mancare casa e l’Italia in generale».
Un’esperienza che Alessandro giudica quindi, sicuramente positiva, ma che chi ha fatto anche apprezzare maggiormente le cose di casa.
«Da classico italiano sento, ovviamente, la mancanza degli odori di casa, del caffè alla mattina, del pane appena sfornato dal fornaio e di un piatto di pasta fumante condito con del buon olio d’oliva e una grattugiata di parmigiano».
«Tuttavia ci sono molti aspetti della mia «vita americana» che amo».
«Innanzitutto c’è la dimensione internazionale che caratterizza tutta la Nazione, il grandissimo rispetto e interesse che la gente porta verso l’Europa e l’Italia in particolare (il solo fatto di essere italiano già ti fa essere simpatico al tuo interlocutore e le domande più stereotipiche su mafia o quanto caldo fa dove abito si moltiplicano), l’estrema affabilità dimostrata da chiunque verso gli stranieri, il senso civico e il rispetto per il bene pubblico».
«Un’altra cosa che ti colpisce che ti fa sentire quanto sei lontano dall’Italia è che tutti i servizi di trasporto pubblico sono attrezzati per il trasporto dei disabili e tutti pagano il biglietto».
Un mondo tutto da scoprire, una realtà nella quale Alessandro Bigi si è ben ambientato fin da subito.
«E’ inoltre sorprendente – dice ancora – l’abbondanza di borse di studio e di offerte di lavoro da parte di aziende, veramente un altro stile rispetto al mondo universitario italiano».
« Per non parlare della passione per le arti e la musica: alle scuole medie e superiori gli studenti iniziano a studiare musica e a suonare uno strumento fino alla fine del corso di studio, con la possibilità di proseguire anche all’università, indipendentemente dalla facoltà scelta».
«I ragazzi giovani, infine, sono molto accoglienti e interessati a conoscere stranieri e dovunque si esca la sera non è difficile tornare a casa con un invito ad un party o un numero di telefono».
Affabilità, accoglienza, ma anche qualche «shock culturale», come li chiama lui.
«Prima di tutto c’è la mole di studio di cui mi sobbarcano i miei professori speravo di rilassarmi un po’, visti i ritmi di ingegneria in Italia, ma mi ero sbagliato
La curiosità
«Quando fa meno dieci è caldo»
Credeva che studiare negli States, significasse anche visitare gli Usa ma si è sbagliato. Alessandro Bigi difficilmente riesce a concedersi del tempo libero e non ha ancora avuto il tempo di viaggiare.
«Spero di soddisfare questo mio desiderio nei prossimi mesi. Ma lo shock peggiore da quando sono qui è stato il freddo del Minnesota: noto in tutto il Nord America: pensate che qui quando fa -10ºC sembra una benedizione perchè pare che faccia caldo. Basti pensare che tutti gli edifici dell’università e molti altri edifici del centro sono collegati da tunnel o skyways perchè a volte è talmente freddo e c’è talmente vento che non si riesce a camminare all’aperto».
Comunque sia, tra un mese anche in Minnesota l’inverno sarà finito e inizierà la primavera. «Se qualche modenese volenteroso volesse venire a trovarmi gli offro con piacere un letto gratis e mi presto e fargli da Cicerone. Unico affitto che chiedo è un po’ di parmigiano e del balsamico, con la speranza che all’areoporto non se ne accorgano».
(3 aprile 2001)