Oreste Chiossi

Fuga nelle Ande

Storia dei Chiossi in Argentina

Sono molti i motivi che hanno spinto, e spingono ancora, i modenesi ad emigrare.

All’inizio degli anni Venti, a causa delle persecuzioni politiche, molti dirigenti dei partiti che si opponevano all’ascesa del fascismo, furono costretti ad andarsene. La maggior parte si rifugiarono in Francia, Belgio,Svizzera, Inghilterra.

Altri espatriarono oltreoceano, verso gli Stati Uniti o l’America Latina. Oreste Chiossi scelse l’Argentina.

Dalla Bassa, Chiossi partì nel 1921. Lasciava dietro di se’ un’intensa attività politica.

 

Era nato a Sozzigalli il 26 febbraio 1887 e già nel 1907 aveva iniziato la sua militanza politica e sindacale che lo porterà a sedere prima in consiglio comunale, a Soliera come assessore all’Istruzione, quindi alla Camera dei Deputati e di seguito in consiglio provinciale.

Ricoprì diverse cariche sindacali e nel 1920 divenne anche redattore del settimanale socialista “Il Domani”.

E’ il 1921 l’anno della svolta. In gennaio venne assediato, da un gruppo di fascisti in Prefettura, dove era stato convocato insieme al sindaco Ferruccio Teglio, l’onorevole Giuseppe Bianchi ed altri esponenti socialisti. Dopo molte minacce, nell’aprile dello stesso anno subì un’aggressione a Modena. Con lui c’erano ancora il sindaco Ferruccio Teglio ed altri esponenti di partito.

Si ricandidò alla Camera dei deputati, ma non rimase per conoscere i risultati delle votazioni perchè in maggio ottenne il passaporto per recarsi in Argentina e partì. A Buenos Aires intraprese l’attività di rappresentante e di commerciante e aprì un negozio di generi alimentari.

Continuò anche la sua attività antifascista e collaborò con il quotidiano in lingua italiana “L’Italia del Popolo”, fino alla morte, avvenuta per idropsia, all’età di 56 anni. In Argentina rimasero la moglie e i figli ed attualmente i nipoti e i pronipoti, ormai di nazionalità argentina.

 

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