Oltre oceano… il cognome è Provazi
Dalla Bassa al Brasile e, attraversando le acque dell’oceano, il cognome Provasi è diventato Provazi.
Ora Joao Batista Provazi, terza generazione di emigrati provenienti da Concordia, Sta cercando di cambiare cognome riappropriarsi di quello originale di fine Ottocento e ottenere, insieme alle figlie, la cittadinanza italiana.
Joao Batista Provazi ha 35 anni, è ingegnere e lavora come direttore di una importante industria chimica. Risiede a Rio Claro, a circa quattrocento chilometri da Rio de Janeiro. Pur avendo visitato I’ItaIia soltanto tre volte, si sente molto legato alle sue origini modenesi; origini che Joao Batista ha respirato fin da bambino, attraverso le tradizioni che gli sono state insegnate dai nonni e dai bisnonni. E’ infatti uno dei discendenti del gruppo di famiglie partite da Concordia nel 1874.
Quando ha lasciato l’Italia, suo bisnonno aveva solo 6 anni.
“Non ho conosciuto mio bisnonno e neppure mio nonno, che sono morti dopo la guerra – racconta Joao Provazi – ma in famiglia abbiamo parlato spesso di loro”..
“Dell’emigrazione dall’Italia, però, so poco e solo dai racconti tramandati attraverso mio padre, delle difficoltà del viaggio e della traversata dell’oceano dall’Italia al Brasile, durante la quale la sorella di mio bisnonno è morta ed è stata lasciata in mare”.
Joao Provazi ha comunque assorbito dalla famiglia un forte attaccamento alle sue origini e all’Italia.
“Della tradizione modenese abbiamo conservato le gioie della tavola e il vino – ha continuato – I’aceto balsamico è un prodotto di Modena molto apprezzato in Brasile. Quando ero bambino, ad esempio, j mangiavamo gnocchi tutte le domeniche e in inverno mio padre metteva vino nella minestra per riscaldarsi. Noi bambini, invece, bevevamo vino con acqua e zucchero”.
Ora Joao Batista vive a Rio Claro, una cittadina di circa 150mila abitanti, a circa 200 chilometri dalla città di San Paolo. E’ sposato con Bel ed ha due figlie Nicole di 7 anni e Gisela di 6.
“Nella mia città – ha continuato Joao Batista – gran parte delle famiglie sono di origine italiana e c’è una scuola italiana legata alla Società ltaliana di Beneficenza, fondata nel 1986. Pochi mesi fa abbiamo avuto la festa di San Gennaro e qui c’è anche un’agenzia consolare italiana”.
In Italia Joao Provazi e tornato tre volte: *Doe volte nell’86 e nell’89 – racconta – sono stato in vacanza, poi nel 1990 sono tornato per lavoro. La ditta dove svolgo la mia attività fa parte di un gruppo industriale tedesco che ha stabilimenti anche a Vicenza, Milano e Castel Gerola”.
Provazi è un ingegnere in metallurgia, laureato all’università di San Paolo. Ha svolto lavori di ricerca nel campo della fonderia, poi dodici anni fa è entrato a far parte della Crios Huttenes Albertus, una ditta che produce resine per diverse applicazioni industriali.
“Sono stato anche due mesi in Germania per imparare il tedesco” ha aggiunto.
Ora Joao Batista Provazi è direttore industriale, responsabile di una fabbrica che occupa 170 dipendenti e produce circa 3mila tonnellate di resine al mese. E’ anche responsabile delle esportazioni che avvengono principalmente con gli altri Paesi del Sud America”.
Anche il padre, il cui nome è lo stesso, Joao Baptista e che ora ha 66 anni, era un direttore industriale in una fabbrica di materiale refrattario per il Votorantim, che occupa S0mila dipendenti.
“Adesso mio padre è andato in pensione – ha concluso – e abita con mia madre Maria do Carmo, nella casa sulle montagne nei dintorni di San Paolo”.
ll bisnonno Celeste parlò in dialetto all’imperatore
Nel 1874 una cinquantina di famiglie partirono dalle cittadine della Bassa modenese, in particolare Concordia e Novi, per raggiungere il Brasile. Il bisnonno di Joao Batista Provazi aveva sei anni quando partì, con il cognome Provasi. Era il nipote di quel Celeste Provasi, protagonista nell’emigrazione del 1874 e nella nascita della comunità modenese di Porto Real. Una personalità e un personaggio conosciuto, tanto da essere citato da Enrico Secchi nel suo diari:
Celeste Provasi negli scritto di Enrico Secchi, era quel “vecchio che, durante la visita alla comunità di Porto Real dell’imperatore Don Pedro II, accompagnato dal ministro dell’agricoltura e da alte personalità dello Stato, scoprendosi il capo di avvicinò all’imperatore e, stringendo la mano che sua maestà gli aveva teso, con grande entusiasmo gridò ‘Ades a mor cuntent, perchè a son arivato a bajar la mano a una sacra maestà”.
L’imperatore non capendo bene cosa avesse detto il vecchio colono, si rivolse Enrico Secchi, chiedendo spiegazioni e “si fece una buona risata” quando gli venne fatta la traduzione.
In Brasile il cognome Provasi è stato successivamente “portoghesizzato” in Provazi e ora tutti i discendenti sono conosciuti con questo cognome.
“Mio Bisnonno era nipote di Celeste ed ha avuto una grande discendenza che in parte è rimasta a Porto Real – ha detto Joao Batista – a Porto Real si sono infatti ancora molti Provazi tra cui mia zia Regina Provazi. Mio bisnonno era nipote di Celeste ed ha avuto una grande discendenza, che in parte è rimasta a Porto Real”.
Joao Provazi ora ha intenzione di chiedere la cittadinanza italiana e ripristinare, se sarà possibile, il cognome originario italiano originario della sua famiglia. Ha ancora parenti nella Bassa: fra questi c’è Elvino Provasi, assessore del Comune di Concordia, anch’egli discendente di Celeste Provasi.