Nino Nasi

Una famiglia numerosa, sei fratelli che abitavano alla periferia di Vignola, in una zona rurale dove non aveva ancora decollato la grande epopea cerasicola; un fratello, Nello, era già emigrato in Svizzera; un altro, Franco, era stato uno dei martiri della rappresaglia tedesca di Pratomavore; un altro ancora, Franco, il nome ricordava quello del fratello morto durante la guerra, era nato da pochi anni. In questo contesto, Nino Nasi, ha deciso di cercare una vita migliore altrove ed ha scelto la Svizzera, dove viveva già il fratello e dove era già presente una comunità vignolese. Sapeva fare il falegname e questo lo ha aiutato. A Ginevra ha conosciuto quella che sarebbe diventata sua moglie, Dorotea Regazzoni, per tutti Dora, originaria di Bergamo, e sono nate le sue figlie Marina e Gabriella.

Nino Nasi è partito da Vignola nel 1955 per emigrare in Svizzera, a Ginevra, dove abita ancora oggi, in una casa nel centro della città.

La famiglia che lasciava era numerosa e lui aveva voglia di trovare qualcosa di meglio altrove.

Era l’ambiente modenese del Dopoguerra pieno di miseria, difficoltà e anche grandi speranze di cambiamento.

Nino abitava in via Ca’ Barozzi con i genitori ed i fratelli, Primo, Severina, Nello, che era già emigrato in Svizzera, Enrica e Franco, ultimo nato, il cui nome ricordava quello dell’altro fratello ucciso a Pratomavore dai tedeschi per rappresaglia durante gli ultimi mesi di guerra. Alla periferia di Vignola la vita non era delle migliori ed allora, Nino ha deciso di andarsene e tentare la fortuna in Svizzera, un Paese rimasto indenne dalla guerra e dalle sue devastazioni.

“Gli inizi non sono stati comunque facili – racconta Nino Nasi – erano gli anni Cinquanta, anni difficili per tutti. Quando entravamo in un bar venivamo derisi, ci umiliavano. Dovevamo farci coraggio. Poi le cose sono cambiate, ma non è stato facile”.

“Una sera, addirittura, ero al bar con alcuni connazionali e siamo stati presi di mira da un uomo del posto: non ne potevamo più, allora io ho cercato di fare amicizia offrendo un bicchiere, ma lui ha rifiutato in malo modo e c’è scappatala rissa. Alla fine però si è scusato e tutto è finito bene”.

Nino Nasi ha lavorato per 43 anni in una falegnameria nei pressi di Ginevra.

“Sono partito che sapevo già il mestiere – dice ancora – avevo già un’esperienza di undici anni presso la Toschi Legnami di Vignola. In Svizzera, ho raggiunto mio fratello Nello che era occupato come cameriere ed ho trovato lavoro in una falegnameria”.

Nella stessa azienda, dove si costruivano porte e finestre, erano occupate una dozzina di persone con le quali Nino, ha lavorato fino a pochi mesi fa ed ha realizzato infissi per mezza Ginevra, per le magnifiche ville sul lago.

E proprio in una di quelle ville, abitata da Aristocratici, lavorava, come donna di servizio, la moglie Dora, di origine bergamasca, anch’ella emigrata a Ginevra con la sua famiglia, nel 1951.

“Non era facile lavorare nelle case private – ha aggiunto la moglie Dorotea Regazzoni – si doveva lavorare molto senza avere in cambio rispetto”.

“E’ stata dura, ma i sacrifici sono stai ripagati da una magnifica famiglia e dalla nostra attuale condizione di vita agiata”. Dal loro matrimonio sono nate due figlie, Marina e Gabriella, rispettivamente di 38 e 34 anni, una maestra d’asilo e un’assistente dentista, che li hanno resi nonni di quattro magnifici nipoti, Antony, Theo, Janic e Jonathan.

Nino e Dora, una vita agiata dopo tanti sacrifici

Nino e Dora si sono conosciuti verso la fine degli anni 50 a Ginevra ad una festa:
“Era la festa dei pompieri – racconta Nino – con un gruppo di amici avevamo giocato alla lotteria e avevamo vinto dei generi alimentari. Vivevamo in monolocali. In pratica camere dove era difficile fare da mangiare. Allora abbiamo portato la roba ad un ristorante che ce l’ha cucinata ed abbiamo organizzato un’altra festa”.

Proprio in quest’occasione Nino ha conosciuto Dora. Prima il fidanzamento, poi con il matrimonio i due sono andati ad abitare in una casa al centro della città e lì sono nate le due figlie: hanno sempre lavorato ed ora, dopo una vita di sacrifici ed una meravigliosa famiglia, possono godersi il frutto dei sacrifici. Abitano ancora nel centro di Ginevra, ma sono spesso in Italia, a trovare amici e parenti e a trascorrere qualche mese nella loro casa di Montalto di Montese.

“Anche per quella casa abbiamo lavorato parecchio – ha detto Nino – l’abbiamo comprata e per anni abbiamo trascorso le nostre ferie a ristrutturarla, ma ora siamo contenti. E’ un magnifico posto, pieno di pace, tranquillità, immerso nel verde, con scorci e panorami stupendi”. Il tempo che non trascorriamo a Montalto – ha raggiunto Dora – lo passiamo nell’altra casa che abbiamo a sud di Alicante in Spagna. Anche per questa casa abbiamo lavorato, l’abbiamo realizzata con numerosi sacrifici”.